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Storia della famiglia Ruffo


La famiglia Ruffo, antichissima ed illustrissima fin dai tempi degli imperatori di Costantinopoli, fu per Signorie di vassalli, per ricchezze e per militar valore così potente da non essere dagli storici del tempo altrimenti ricordata che con l'appellativo di "Magna Domus".
Stemma della famiglia Ruffo
Nel corso dei secoli la famiglia attuò "una strategia di consolidamento patrimoniale e di presenza sul territorio che la distingue abbastanza nettamente dall'insieme delle maggiori famiglie del Regno. A differenza del grosso della nobiltà meridionale i Ruffo, infatti, mostrarono sempre un pervicace radicamento locale", mirando ad ingrandirsi in Calabria e in Sicilia e solo a fine Seicento furono aggregati al patriziato napoletano con l'iscrizione al Seggio di Capuana. Nello stesso periodo mutarono strategia e iniziarono ad espandersi anche in Terra di Lavoro, Principato e Molise, iniziando ad effettuare cospicui investimenti soprattutto a Napoli, dove edificarono sontuosi palazzi e ville.

La Calabria fu senza dubbio la base del potere politico ed economico dei Ruffo che qui, quasi esclusivamente, vissero ed operarono fino alla metà del XVII secolo.

Particolare del Palazzo Ruffo di Bagnara a Napoli
Il Palazzo Ruffo di Bagnara si trova a Napoli in piazza Dante 89. L'edificio venne costruito tra il 1629 e il 1631, per volontà di Giovan Battista De Angelis, noto avvocato e notaio. Alla sua morte, sopraggiunta per una caduta da cavallo, la proprietà passò al figlio Antonio, Eletto del Popolo e regio consigliere. Ritenuto tra i responsabili dell'aumento delle gabelle cittadine durante la rivolta di Masaniello (1647-48), ebbe l'edificio saccheggiato e dato alle fiamme dalla furia popolare. Il palazzo venne ereditato dai figli di Antonio e venduto, quindi, al duca di Bagnara, Francesco Ruffo. Sotto i Ruffo, il palazzo venne profondamente modificato, in linea con il dominante stile barocco. Francesco vi investì parte del ricco bottino che aveva messo da parte in qualità di capitano dell'Armata Navale Gerosolimitana. Lo stabile passò di proprietà tra gli eredi della famiglia fino ad arrivare a Vincenzo Ruffo che, nel 1842, affidò  i lavori di aggiornamento dell'edificio all'architetto Vincenzo Salomone.
I Ruffo di Bagnara furono tra i primi aristocratici che, una volta stabilitisi a Napoli, introdussero la moda delle dimore extra-urbane, edificando un imponente edificio a Portici, luogo che proprio per la bellezza del paesaggio e la salubrità dell'aria fu scelto dai nobili partenopei come residenza di campagna. Le sontuose ville di Portici rappresentano oggi una delle principali attrattive turistiche della zona.

Il Cardinale Fabrizio RuffoTra gli edifici più antichi di Portici, il palazzo dei Ruffo fu fatto costruire nel 1720 da Paolo Ruffo duca di Bagnara, su progetto di Ferdinando Sanfelice. La facciata lungo il Corso Garibaldi conserva ben poco dell'antico splendore, anche a causa delle trasformazioni ottocentesche volute da Vincenzo Ruffo duca di Bagnara. Come per la maggior parte delle ville vesuviane, anche in questo caso la posizione dell'edificio rispetto alla strada ripete quella del palazzo cittadino: il corpo principale sorge direttamente sul margine della via, stabilendo un contatto diretto con essa sia al piano terreno, tramite l'apertura del portale, sia al piano superiore grazie alla presenza dei balconi. Alle spalle si estendeva l'area del giardino, alla quale si accedeva attraverso una serie di spazi, disposti secondo la sequenza androne-cortile-giardino, una disposizione che consentiva alla villa di stare a contatto diretto con le ville limitrofe.
Il viale d'accesso al giardino, originariamente, giungeva fino al mare, dove sorgeva una grande torre, demolita negli anni Sessanta, chiamata Torre della Bagnara. Dalle grotte del giardino fuoriuscivano delle acque molto rinomate e tanto gradite da re Ferdinando IV che egli se ne volle servire per uso personale.

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